Chef Kitaba: star mondiale dei sapori angolani

Chef Kitaba: star mondiale dei sapori angolani

Lo Chef Kitaba (Luis Felipe Da Costa Miguel), è praticamente introvabile e difficilmente raggiungibile, preso da mille impegni che lo tengono a giro per il mondo la maggior parte de tempo. Luis, appena 30 anni, 17 tra fratelli e sorelle è uno chef affermato.
È proprio questo suo lavoro che oggi lo spinge a voler esportare i sapori della sua terra nel mondo. La sua filosofia: ingredienti freschi e genuini, semplicità e amore. Sebbene oggi lavori in ristoranti di hotel di lusso, organizzi catering privati, partecipi a molte trasmissioni radiofoniche e televisive sia in Angola che in Europa, prima di raggiungere questa notorietà, Luis ha lavorato in Angola in fast food, in piccoli chioschetti di street food, in ogni sorta di posto senza pretese né ambizioni, solo con la voglia di mettersi ai fornelli. Originario della capitale Luanda, in un’intervista su “O Pais”, un quotidiano angolano, usa le parole “Amor à primeira vista” per descrivere la provincia di Benguela nella quale ha deciso di trasferirsi con la famiglia. Nonostante la residenza, lo Chef Kitaba si definisce cittadino del mondo e lo è a tutti gli effetti. Arrivato oggi a Luanda, riparte domani per l’Italia, dove Luis Felipe è di casa. Qui infatti ha avuto il suo momento di celebrità durante l’Expo: è stato chiamato a partecipare a vari programmi su radio e tv e, infine, è entrato a far parte della Federazione Italiana Cuochi. Un personaggio poliedrico e molto attivo e impegnato.

Come è nata questa tua passione per la cucina?

La passione per la cucina è innata, ho sempre amato cucinare, inizialmente per curiosità, unendo ingredienti fino ad ottenere un piatto che mi soddisfaceva. Mia nonna è cuoca e mia mamma insegna cucina, da loro ho imparato molto, un talento di famiglia! Per quanto mi riguarda ho preparato il mio primo piatto all’età di 13 anni, lasciando a bocca aperta i miei genitori!

Come sei diventato uno chef di successo?

È stato un percorso graduale: ho iniziato in Angola, in vari posti, dopodiché ho fatto davvero molte esperienze internazionali. Ho studiato in Portogallo, poi ho seguito un corso di cucina con lo chef Filippo de Cecco a Pescara, ho avuto il piacere di partecipare ad Expo Milano, dove i miei piatti hanno riscosso molto successo soprattutto il gelato di muqua (frutto del Baobab). Con mia enorme felicità, il gelato di muqua è stato scelto come il miglior gelato ad Expo.

Hai trascorso già molto tempo in Italia e adesso vorresti aprire un tuo ristorante a Roma, non è così?

Sì, non ho solo intenzione di aprire un ristorante, ma abbiamo già formato la società insieme ad un altro chef africano. Adesso purtroppo siamo fermi per vari problemi burocratici, ma spero a breve di iniziare questo nuovo progetto.

Perché hai scelto l’Italia? Qual è la tua relazione con questo Paese?

Per la sua eccellenza culinaria, famosa in tutto il mondo e per la sua tradizione gastronomica. Ho avuto molto successo in Italia e ne sono molto felice.

Parlando del tuo Paese, qual è il piatto che preferisci?

Il mio piatto angolano preferito è il mufete, originario di Luanda: il mufete è un piatto composto da pesce grigliato, patate dolci, platano e manioca bolliti e fagioli. Il pesce viene cosparso di un trito di cipolla e pomodori e di farinha, cioè farina di manioca tostata.

E qual è il piatto italiano preferito? Todo mundo mi fa questa domanda e io rispondo semplicemente tutto! Mi piacciono tutti i piatti della cucina italiana! Adoro ad esempio il risotto in tutti i modi.

Come selezioni gli ingredienti per i tuoi piatti?

Nel mio lavoro utilizzo solo prodotti di stagione, questa è una mia indiscutibile regola. Utilizzo cioè ciò che riesco a trovare fresco e in base a quello che trovo cucino!

Nei tuoi piatti utilizzi ingredienti rari in Italia. Quali sono gli ingredienti che vorresti esportare nel mondo?

Sicuramente vorrei esportare la muqua, che come ho detto ha già riscontrato un grande successo in Italia. Un’altra cosa che mi piacerebbe avere sempre con me è il mio adorato chá de caxinde (infuso di lemongrass)!

Che progetti hai in cantiere adesso?

Oltre al mio ristorante a Benguela (Paladares Express), sto seguendo la fase legale per l’apertura del ristorante di Roma, tengo corsi di cucina in Angola ed in Italia ed al momento lavoro per il Boston Group di Milano: un progetto di formazione di immigrati. Inoltre, sempre a Milano, insieme alla Cooperativa Biofficina, lavorerò un progetto chiamato “Kamba: Afro food and culture”, dove Kamba significa amico nel dialetto kimbundo. Alla cooperativa Biofficina darò lezioni pratiche di cucina ad un gruppo di profughi richiedenti asilo.