Dove ricchezze naturali e povertà si scontrano

Un modello di produzione non sostenibile strangola l’Ecuador

Conosciuto anche come la “Metà del mondo”, perché attraversato dalla linea equatoriale, è il quarto Paese più piccolo dell’America Latina ma il più densamente popolato. Si è reso indipendente dall’impero spagnolo nel 1830 anche se mantiene il patrimonio coloniale quasi intatto, facendo guadagnare alla sua capitale, Quito, il titolo di città “Patrimonio dell’umanità” (nel 1970) per il suo meraviglioso centro storico. Di questo Paese fa parte l’arcipelago delle Isole Galapagos, dove Charles Darwin elaborò la teoria dell’evoluzione. Oltre alle Isole, l’Ecuador possiede ben 3 regioni climatiche, la Costa, le Ande e l’Amazzonia. Questa diversità dà origine a migliaia di specie di animali e piante. È considerato un Paese “mega-diverso”, con circa 46 ecosistemi vegetali differenti e la biodiversità per km2 più grande del mondo, favorendo quindi anche lo sviluppo di una grande diversità agraria, con differenti identità culturali adattate a differenti “zone bio-culturali”. Sorprende la quantità di primati e curiosità che ha questo Paese: ha la più alta concentrazione di fiumi per km2 nel mondo, possiede 84 vulcani (dei quali 25 attivi) e il vulcano Chimborazo, con i suoi 6315 metri sul livello del mare, è stato recentemente dichiarato come il luogo più lontano dal nucleo della terra, spodestando il suo maestoso rivale, il monte Everest.
Esistono più di 4000 varietà di orchidee e 150 specie di colibrì ed è, infine, il maggior esportatore di banane al mondo, insieme ad altri prodotti come fiori, cacao (ottavo produttore al mondo e primo produttore del cacao fino aromatico) e caffè. Significative anche le produzioni di riso, canna da zucchero, mais (29 razze identificate), fagioli (39 varietà identificate), quinoa, amaranto (la varietà negra è unica al mondo) e occupa il secondo posto mondiale per numero di varietà di radici e tuberi commestibili. 

Nonostante le sue piccole dimensioni, la cucina è piuttosto variata nelle distinte regioni. Nella costa si consuma più pesce nelle sue preparazioni più conosciute: il ceviche (pesce, molluschi o crostacei marinati nel limone), zuppe di mare, stufati di pesce con cocco o arachidi etc… Il platano (banana che si mangia cucinata) è sempre presente come accompagnamento dei piatti. La carne si consuma in tutto il Paese, specialmente quella di pollo e maiale, mentre nelle Ande si trovano anche l’agnello o la capra ma i piatti tipici sono la fritada (carne di maiale fritta) e il cuy (porcellino d’India). I vegetali e i legumi si usano di contorno, insieme all’onnipresente riso, dei piatti principali di carne o pesce. La yuca, le patate o tuberi andini completano a secondo della regione, cosi come la frutta di ogni tipo. Il mais è una delle colture principali dell’agricoltura familiare e contadina (quasi il 75% della popolazione) e viene cucinato nelle forme più svariate. Nelle Ande si usano anche altri grani o cereali andini in alternativa al mais.

In Amazzonia la cucina è più simile alla costa, anche se in realtà si usano vari tipi di carne presenti nella selva e non è difficile trovare piatti con la guanta (della famiglia dei roditori), con la capibara o la carne di serpente, anche se la vera leccornia è il chontacuros grigliato, una larva di scarabeo. Questa biodiversità frutto di sistemi di produzione millenaria, è il prodotto di centinaia di anni di addomesticamento di piante e animali da parte dei piccoli agricoltori. Poiché l’Ecuador è anche un Paese di forti contrasti, interessi economici potenti e presenza di minerali e petrolio nel sottosuolo, questa immensa ricchezza è minacciata e a forte rischio di diminuzione. Nonostante la costituzione e le varie leggi che promuovono la conservazione della biodiversità, della sovranità alimentare e dell’agricoltura familiare, in realtà non esistono ancora programmi pubblici coerenti per metterle in pratica.

Attraversando il territorio nazionale sono evidenti i fenomeni di degrado di estese aree di vegetazione naturale (selva, boschi e brughiera); scarsità di acqua (per gli effetti del cambio climatico, mancanza di protezione dei bacini idrografici, uso non regolamentato delle grandi aziende e imprese di floricoltura); erosione dei suoli (eccessivo uso di agrochimici, monocolture, incendi e deforestazione indiscriminata); perdità dell’identità e cambiamenti nei sistemi alimentari (modello di produzione-consumo di stile occidentale insostenibile sotto i punti di vista sociale, culturale e ambientale associato a una scarsa valorizzazione da parte soprattutto delle nuove generazioni). Queste condizioni incidono in maniera importante sulla povertà: riducono la produttività e aumentano la vulnerabilità delle comunità rurali a rischio di perdite catastrofiche. Nonostante la gran varietà di alimenti altamente nutritivi e sani, il diabete, la ipertensione e le malattie cerebrovascolari sono state le principali cause di morte in questi ultimi anni, associate al consumo elevato di alimenti poco nutritivi, con alta densità energetica, alto contenuto in grassi, zuccheri e sale.

DALLA TEORIA ALLA PRATICA: Rafforzamento delle filiere del cacao e del caffè per la sovranità alimentare dell’Ecuador

Il progetto

Cacao corretto: rafforzamento delle filiere del cacao e del caffè per la sovranità alimentare dell’Ecuador
Il progetto si realizza in 11 Cantoni di 5 Province del nord dell’Ecuador della regione andina e della regione costiera centrale, con una popolazione beneficiaria di 3000 famiglie riunite in 10 associazioni. Il percorso verso la sovranità alimentare include il miglioramento di filiere di alta qualità, dichiarate strategiche dal Governo, nelle quali prevale la piccola produzione. Le filiere sono vincolate al territorio per tradizione culturale, fattori climatici e ambientali, inserite in sistemi agroforestali di grande biodiversità, e rispondono alle richieste del mercato biologico. L’intervento si realizza con un approccio integrale che include: diritto all’alimentazione, agroecologia, valorizzazione della biodiversità, sostenibilità economica, culturale, sociale e ambientale, gestione partecipativa, rafforzamento dell’Economia Sociale e Solidaria, equità di genere e nell’accesso alla terra ed al mercato. Cofinanziato dal Ministero Affari Esteri – Cooperazione allo sviluppo, i partner di COSPE sono l’ong italiana Manitese e le ong locali Cederena e Fian Ecuador.

LE FILIERE DEL CACAO E DEL CAFFÈ
Cacao: l’Ecuador è un Paese leader nella produzione di cacao di eccellenza: “cacao fino de aroma”, con un volume di 200.000 t/anno. Circa 100 mila famiglie di piccoli produttori sono coinvolte nella filiera (99% del totale); il 60% non ha un titolo di proprietà dei terreni e mantiene bassi livelli di produttività (5 q/ha); l’80% utilizza prodotti agrochimici e solo pochi sono riuniti in associazioni. I piccoli produttori della zona coltivano il cacao in sistemi agroforestali, combinando questa specie con altre piante da frutta e forestali.
Caffè: in Ecuador la produzione di “caffè arabica d’altura” coinvolge circa 50 mila famiglie (80% piccoli produttori). Reintrodotto da pochi anni sta ottenendo produzioni di ottima qualità, ma con bassi volumi e rendimenti (4 q/ha), tra lo speciale e gourmet, senza che si sia arrivati ancora a processi di commercializzazione adeguati. In queste filiere esiste un’elevata presenza di etnie indigene e afro discendenti, soprattutto nelle aree rurali, appartenenti all’agricoltura familiare e contadina, storicamente escluse dalle politiche e dai programmi agricoli. Il mercato è soprattutto internazionale ma con forte crescita della domanda interna, anche se, per il momento, dominato dagli intermediari.