La prima volta a Fogo non è mai come uno se l’aspetta. Immagini il vulcano, la sabbia e i ricordi della lava delle eruzioni, immagini tutto un po’ scuro: effettivamente in certe zone è proprio il colore grigio scuro che predomina. Poi come per mano di un bambino che si diverte con i colori inizi a intravedere macchie di paglia giallastre che tanto mi ricordano la mia isola, la Sardegna, alternate a macchie verdi formate da viti, alberi di mango papaya, ciliege e pesche e ti chiedi se sia tutto reale o come in un miraggio sia frutto dell’immaginazione. Ricordo quando nel 2009 sono arrivata a Fogo per accompagnare come volontaria la parte finale di un progetto COSPE durato 10 anni circa, sulla produzione del vino e sul turismo responsabile: non dimenticherò mai l’ingresso del Parco Naturale che conduce nel paesino di Chã das Caldeiras. L’imponenza del vulcano, che emerge dominando non solo Chã ma l’isola intera, la lava raffreddata, le fughe di gas vulcanico e i percorsi nelle zone più accidentate, fanno di questa località un paesaggio spietato di bellezza unica. Chã das Caldeiras ha smesso già da molto tempo di essere la comunità più isolata e inoltre allevamento e agricoltura non sono più le sue uniche attività economiche. Dopo l’eruzione del 1995, questa località cominciò ad essere conosciuta come meta turistica per eccellenza e quasi obbligatoria, sia per i nazionali che i turisti internazionali, scienziati e passeggiando si trovano diversi specie di frutta, legumi e verdura. È possibile degustare un ottimo formaggio di capra fresco accompagnato da un bicchiere di vino locale. Il clima secco e caldo, con oscillazioni termiche tra il giorno e la notte e tra la stagione calda e fredda, così come le molte ore di sole durante il ciclo vegetativo, accompagnati dal suolo vulcanico fertile, in anni di precipitazioni normali danno una buona produzione di ottima qualità. Il progetto di sviluppo della frutticoltura a Capo Verde, finanziato dalla cooperazione italiana e realizzato in partnership con il locale Ministero dell’Agricoltura, realizzò negli anni ‘90 una nuova cantina che attualmente produce il vino “Chã”: bianco, rosso e rosé, vino dolce fatto con uva passa, chiamato “Passito” e il distillato, la “Bagaceira”. Spostandoci verso la zona di Mosteiros, passando attraverso la foresta di Monte Velha, ci tuffiamo nelle piantagioni di caffe e l’emozione è assicurata!
Il caffè rappresenta, insieme al vino e al formaggio, un altro fiore all’occhiello dell’isola. Qualità arabica, qualità notoriamente ricercata in tutto il mondo, ricco di aroma, molto profumato, dolce e leggermente acidulo.
Quando si parla di caffè a Fogo si parla di Agnelo Andrade che con la sua piccola impresa, DjarFogo, produce, distribuisce e valorizza il caffè locale.
Nella cittadina di São Filipe, conosciuta per le prestigiose case coloniali, troviamo il punto vendita e la piccola fabbrica di caffè, dove Agnelo, insieme a Vanusa, riceve clienti locali e turisti. Attraverso F.A.T.A. (Fogo, Agua Terra e Aria) progetto finanziato dall’Unione Europea, si ha l’obiettivo di valorizzare tutti questi prodotti tipici dell’isola e di stimolare un’offerta turistica rispettosa delle tradizioni, dell’ambiente e della cultura locale.