Sablè, bachkouton, makcoudh… sono questi alcuni dei nomi di alcuni dei biscotti e dei dolcetti che fanno bella mostra di sé nella vetrina della piccola pasticceria di Radhia Rehayen a Kerker, un piccolo paese rurale della regione di Mahdia. Sono i prodotti della pasticceria tradizionale su cui Radhia ha deciso di investire dopo un attento studio di mercato: “Lavoravo in un’azienda tessile come molte delle donne di qui, ma guadagnavo poco e non avevo tempo di stare con i miei figli. Ho deciso di aprire una mia piccola attività e ho cominciato a fare corsi di formazione e di specializzazione fino a che non ho preso il certificato di artigiana pasticcera. Dopo uno studio ho capito che potevo vendere sul mercato locale a persone con poca capacità di spesa, dovevo fare prodotti accessibili a tutti. Mi sono dedicata alla pasticceria tradizionale e ho pensato anche a fare dolci adatti ai diabetici, con poco zucchero. Oggi l’attività va bene, guadagno abbastanza da mettere da parte dei soldi e anche reinvestirli nella mia attività. Da poco, grazie ad un’amica sono entrata a fare parte di Kheirat Mahdia, ero titubante all’inizio pensavo di poter essere indipendente, ma entrando nel gruppo ho capito subito che potevo averne solo dei vantaggi. Grazie alla cooperativa e allo Iess ho potuto avere certificazioni ISO e di igiene, migliorare produzione pensare al packaging e al marketing. E dare insomma una marcia in più al mio lavoro.”
La pasticceria di Radhia Rehayen
- Post author:Pamela Cioni
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Pamela Cioni
Pamela Cioni, fiorentina, giornalista professionista, ha lavorato per diverse testate locali e nazionali dove ha scritto di cinema, cultura e cooperazione internazionale. Si è occupata di letteratura latinoamericana per la casa editrice Caminito della quale è stata anche fondatrice. Attualmente è responsabile per la comunicazione della ong COSPE per la quale è anche direttrice della rivista “Babel”.